DOLORE ALL’ANCA: CAPIAMO INSIEME PERCHE’ E COME RISOLVERLO
1. ANATOMIA DELL’ANCA
- Legamento ileofemorale (o di Bertin)
- Legamento pubofemorale
- Legamento ischiofemorale
- Legamento rotondo
- Legamento trasverso del femor
2. IL SINTOMO “DOLORE”
- Sede o localizzazione: per differenziarlo da dolori di altra origine. In caso di coxalgia, il dolore può essere localizzato lateralmente in corrispondenza del gran trocantere, ma più spesso la zona indicata dal paziente come dolorosa non è l’articolazione propria bensì una zona riflessa, come la regione inguinale o quella glutea. Accade, talvolta, che il dolore si propaghi lungo la regione anteriore della coscia fino alla faccia mediale del ginocchio.
- Modalità di insorgenza: è importante distinguere tra dolore acuto (compare all’improvviso ed ha durata limitata perché termina con la risoluzione della causa che lo ha provocato), cronico (costante, insistente e con durata protratta nel tempo), acuto cronicizzato (inizia come dolore acuto ma tende a protrarsi nel tempo) o acuto recidivante (dolore improvviso incostante, ovvero si ripresenta più volte con le stesse caratteristiche).
- Andamento giornaliero: considerare attentamente se esiste un momento della giornata specifico in cui esso compare, se è scatenato da un determinato movimento (solitamente i movimenti più dolorosi appaiono essere la flessione e l’abduzione) o se presente anche a riposo. Questo consente di differenziare un dolore di tipo traumatico o biomeccanico, da un dolore di origine infiammatoria.
- Presenza di fattori aggravanti od allevianti: alcuni elementi, come movimenti, posizioni o condizioni metereologiche, possono influenzare l’intensità del dolore, aumentandola o diminuendola. Ad esempio, solitamente in caso di coxalgia, si parla di dolore gravativo, ovvero di un dolore accentuato in stazione eretta dal carico del peso corporeo trasferito sugli arti inferiori e che tende, invece, ad alleviarsi a riposo.
- Necessità di assumere analgesici per alleviare il dolore e risposta dello stesso ai farmaci.
- Al sintomo dolore si associa frequentemente una limitazione del movimento articolare della coxo-femorale e conseguentemente una limitazione funzionale nella deambulazione, con il paziente che tende ad assumere compensi nel cammino come evitamento del dolore stesso: questi, in genere, diventano i segni clinici più rilevanti nella valutazione diagnostica.
3. POSSIBILI CAUSE DI DOLORE ALL’ANCA
- Artrosi dell’anca (o coxartrosi)
- Fratture
- Algoneurodistrofia
- Radicolopatia L1-L2-L3
- Tra le cause traumatiche distinguiamo:
- Fratture: avvengono spesso in seguito ad una caduta ed in combinazione con osteoporosi locale (a volte accade che la frattura sia provocata dall’osteoporosi stessa e che solo dopo avvenga la caduta per il cedimento osseo). Risultano, quindi, più frequenti nella popolazione anziana, quando il rischio di cadere è maggiore anche per una fisiologica perdita dell’equilibrio. La localizzazione più comune è sul collo femore o nella regione trocanterica, mentre più raramente si ha frattura della cavità acetabolare.
- Lussazioni
- Contusioni
- tiramenti muscolari dei muscoli agenti sull’anca (es. gluteo, retto femorale ecc…): essi avvengono più frequentemente nei soggetti giovani e soprattutto in coloro che praticano attività sportiva.
- Tra le cause non traumatiche di coxalgia, riportiamo le seguenti:
- Coxartrosi: una patologia cronico-degenerativa che porta ad una riduzione dello spazio articolare tra testa femorale e cavità cotiloidea e a lesioni della cartilagine articolare. Insorge tipicamente con l’avanzare dell’età e provoca rigidità e limitazione funzionale dell’articolazione.
- Osteoporosi: patologia del metabolismo osseo che provoca perdita di massa ossea e conseguentemente un’alterazione della struttura scheletrica tale da renderla fragile e ridurne la resistenza.
- Artrite reumatoide: patologia infiammatoria sistemica su base autoimmune.
- Necrosi asettica della testa femorale: condizione dovuta all’interruzione del nutrimento vascolare alla testa del femore che provoca degenerazione ossea.
- Sacroileite: infiammazione dell’articolazione sacro-iliaca.
- Esiti di patologie pediatriche come la displasia congenita d’anca, l’epifisiolisi ed il morbo di Perthes
- Discopatia: soprattutto discopatie (protrusioni o ernie) che provochino una radicolopatia a livello L1-L2-L3 con interessamento del nervo crurale (o femorale)
- Sciatalgia
- Sindrome del piriforme: condizione dovuta all’irritazione del nervo sciatico per uno spasmo, un’infiammazione o un trauma del muscolo piriforme (che si distende dal sacro al grande trocantere). Simula una sciatalgia, ma si differenzia in quanto non vi è una compressione radicolare lombo-sacrale.
- Borsite trocanterica: infiammazione della borsa trocanterica localizzata nella regione laterale dell’anca come cuscinetto protettivo per evitare lo sfregamento del grande trocantere con le strutture muscolo-tendinee adiacenti.
- Tendiniti: infiammazioni dei tendini muscolari locali (ad esempio del medio gluteo o del piriforme). Comune è la coxalgia da tendinite della bendelletta ileo-tibiale, la quale decorre sulla faccia laterale dell’anca per inserirsi sulla tibia e sulla testa del perone.
- –Osteocondrosi: patologia degenerativa che genera alterazione della cartilagine di accrescimento e compromette lo sviluppo osseo, portando, negli stadi avanzati, al distacco di porzioni ossee.
- Obesità
- Gravidanza
- Ernia addominale od inguinale dovuta ad una debolezza della fascia addominale che tende ad erniare qualora si verifichino aumenti di pressione nella cavità addominale stessa.
- Squilibri posturali: ad esempio un valgismo del ginocchio che, modificando l’asse dell’arto inferiore, porta a sovraccaricare il distretto dell’anca.
- Problemi viscerali: ne sono esempio una fibrosi della fascia renale o problemi alle anse intestinali.
- Spondilite anchilosante: patologia artritica degenerativa su base genetica ed autoimmune che colpisce principalmente le articolazioni vertebrali ma può condurre, nei casi più gravi, ad anchilosi delle diverse articolazioni corporee.
- Morbo di Paget: patologia del metabolismo e del rimodellamento osseo che espone ad un aumentato rischio di fratture e di malformazioni ossee.
- Neoplasie ossee
- E’ bene anche ricordare come alcune condizioni lavorative (ad esempio muratori, piastrellisti) e sportive (danzatori o pattinatori) possono favorire l’insorgenza di coxalgia in quanto provocano un sovraccarico funzionale che determina un’usura precoce dell’articolazione.
4. COSA FARE IN CASO DI DOLORE ALL’ANCA
5. POSSIBILI RIMEDI
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