Tendinite rotulea o sindrome del ginocchio del saltatore: cosa c’è da sapere?

Introduzione

La tendinite rotulea, o sindrome del ginocchio del saltatore, è un’ infiammazione del tendine che collega la rotula (rotula) alla tibia (tibia), denominato tendine rotuleo.

Chiunque può contrarre la tendinite rotulea, comunque essa è un infortunio molto frequente negli atleti, specialmente quelli che praticano la pallavolo, il basket, il calcio e che ripetutamente effettuano salti spesso su superfici rigide. Basti pensare che tra i pallavolisti amatoriali circa il 14,4% soffre di tendinite rotulea. Secondo gli studi, i dati tendono ad alzarsi per i pallavolisti, professionisti, stimando che circa il 40 – 50% soffra di tale patologia infiammatoria.

Anatomia del tendine rotuleo

Il tendine rotuleo rappresenta la struttura tendinea che si estende dall’estremità inferiore della rotula alla tuberosità tibiale, una protuberanza ossea localizzata sulla superficie anteriore prossimale della tibia. È un tendine molto resistente, piatto, lungo circa 8 cm. Da un punto di vista funzionale appartiene all’apparato estensore del ginocchio in quanto costituisce una continuazione del tendine comune del quadricipite.

Cosa causa l’infiammazione del tendine rotuleo?

L’infiammazione del Tendine Rotuleo può essere causata da ripetuti stress a cui il ginocchio viene sottoposto, il più delle volte da un sovraccarico funzionale durante l’attività sportiva.

Lo stress ripetitivo crea minuscole micro lesioni nel tendine rotuleo che, nel tempo, provocano un’ iniziale stato infiammatorio dello stesso. Se non si interviene tempestivamente, il quadro clinico può evolvere fino ad una degenerazione del tendine rotuleo, con sua possibile lesione parziale o totale.

Quali sono i fattori che contribuiscono alla nascita della tendinite rotulea? Elenchiamone insieme i principali:

• muscoli delle gambe molto retratti causa la poca elasticità delle catene muscolari anteriori e posteriori;

• squilibri muscolari tra flesso ed estensori di coscia e tra arto destro e arto sinistro;

• problematiche biomeccaniche tra piede, caviglia, gambe e bacino;

• alterazioni posturali (disallinaemento femorale o tibiale)

• obesità;

• utilizzo di scarpe non idonee allo specifico sport praticato;

• superfici di gioco dure;

• malattie croniche che indeboliscono il tendine.

Gli atleti costituiscono una popolazione a rischio perché nel correre, saltare ed accovacciarsi esercitano più forza sul tendine rotuleo. Ad esempio, l’atto della corsa può generare sulle ginocchia una forza fino a cinque volte il peso corporeo. Periodi di intensi allenamenti sportivi spesso possono provocare una sindrome del ginocchio del saltatore; molti studi hanno evidenziato che la frequenza dei salti è un fattore di rischio importante e che può influenzare in percentuale l’insorgenza di una tendinite rotulea.

Quanti stadi di tendinite rotulea esistono?

È possibile distinguere due stati di tendinite rotulea:

Tendinite acuta: stato infiammatorio iniziale

Tendinite cronica (tendinopatia): infiammazione del tendine rotuleo associata a fenomeni degenerativi delle fibre tendinee.

Inoltre il decorso clinico di tale sindrome permette di suddividere quattro stadi a seconda della presentazione dei sintomi:

STADIO I: i sintomi compaiono dopo il movimento ma non sono limitanti.

STADIO II: i sintomi sono presenti all’inizio, scompaiono con il riscaldamento e l’attività e ritornano a freddo.

• STADIO III: il dolore è presente per tutta l’attività svolta.

• STADIO IV: degenerazione con rottura del tendine rotuleo.

Quali sono i sintomi della tendinite rotulea o sindrome del ginocchio del saltatore?

Il dolore anteriore al ginocchio e l’instabilità della rotula sono solitamente i primi sintomi di infiammazione del tendine rotuleo e insorgenza di una tendinite rotulea. Il paziente potrebbe anche avere un po’ di gonfiore e sensazione di bruciore alla rotula, Inoltre inginocchiarsi o alzarsi da uno squat può essere particolarmente doloroso.

All’inizio il dolore può essere sporadico e manifestarsi solo dopo l’attività sportiva o fisica. Man mano che l’ infiammazione del tendine rotuleo aumenta, il dolore può peggiorare progressivamente, interferire con qualsiasi attività atletica, così come con le attività quotidiane, quali salire le scale o sedersi in macchina.

Come viene diagnosticata la tendinite rotulea o sindrome del ginocchio del saltatore?

La diagnosi di tendinite rotulea o sindrome del ginocchio del saltatore è prettamente clinica; è fondamentale l’anamnesi iniziale con cui il medico raccoglie tutte le informazioni in merito a quando il dolore sia iniziato, come sia iniziato e cosa il paziente abbia fatto autonomamente per ridurre l’infiammazione del tendine rotuleo. Spesso vengono poste le seguenti domande:

• “Pratica attività fisica?”

• “Quali sintomi sta riscontrando?”

• “Quando si verificano i sintomi?”

• “Quale rimedio è riuscito ad alleviare il dolore?”

Lo specialista ortopedico traumatologo esaminerà poi il ginocchio, sonderà a livello palpatorio dove il paziente sente dolore ed effettuerà una serie di test per giungere ad una diagnosi di tendinite rotulea. Importanti sono la valutazione dell’assetto dei due arti inferiori, della conformazione della rotula e dello stato dell’apparato estensore del ginocchio.

I test clinici uniti al supporto di risonanza magnetica del ginocchio possono anche aiutare a escludere altre possibili cause del dolore anteriore al ginocchio che non sempre sono riferibili solo all’infiammazione del tendine rotuleo.

Lo Specialista può richiedere a supporto della diagnosi di tendinite rotulea degli esami di imaging come:

• un’ecografia per guardare il tendine ed escludere eventuali traumi ai tessuti molli.

• una radiografia (RX) per escludere fratture della rotula, calcificazioni del tendine rotuleo o, infine, uno spostamente della rotula;

• una risonanza magnetica per osservare il tendine rotuleo e mostrare eventuali danni ai tessuti molli;

Lo specialista può anche prescrivere una Risonanza Magnetica per esaminare la rotula e il tendine rotuleo per determinare se ci sono danni al tendine o all’osso e avere supporto alla sospetta diagnosi di tendinite rotulea.

Come curare la tendinite rotulea o sindrome del ginocchio del saltatore?

Il trattamento nel caso di una tendinite rotulea dipende dalla gravità e dalla sintomatologia di cui il paziente è affetto.

Sicuramente il riposo o la riduzione delle attività (lavorativa/sportiva) rappresentano la prima fase del percorso di cura per ridurre il dolore

Il trattamento della tendinite rotulea è quasi sempre conservativo infatti il 70 % dei casi viene risolto attraverso un corretto programma di Fisioterapia e Riabilitazione associato ad un buon programma di Riatletizzazione personalizzata.

Solo in casi gravi vengono effettuate altri tipi di terapie. Sono consigliate, solitamente, applicazioni di ghiaccio locali di circa 15-20 min e ripetute per 2-3 volte al giorno. Sotto prescrizione medica si possono assumere antidolorifici o antifiammatori (FANS) .

Trattamenti alternativi per la tendinite rotulea 

Un tipo di trattamento relativamente nuovo è rappresentato da un’iniezione di plasma ricco di piastrine (metodo PRP): questo utilizza una concentrazione di piastrine prelevate dal sangue del paziente stesso per promuovere la guarigione del tendine rotuleo. Uno studio ha scoperto che due iniezioni (di PRP) consecutive sono più efficaci di una singola iniezione.

Altri trattamenti alternativi in fase di studio includono:

Agugliatura a secco eco guidata: questo processo mini-invasivo crea piccoli fori nel tendine attraverso l’inserimento di un ago a secco ed è volto a ridurre il dolore provocato spesso anche da punti di dolore mio-fasciale (punti trigger).

Iniezioni con polidocanolo: ha lo scopo di rompere nuovi vasi sanguigni sul tendine, che sono associati al dolore.

Iniezioni locali guidate da ultrasuoni ad alto volume: anche queste mirano a rompere nuovi vasi sanguigni formatisi sul tendine, solitamente si utilizzano corticosteroidi, i quali tuttavia sono utili nel breve termine, ma non sono raccomandati perchè rischiosi per la degenerazione tendinea a lungo termine.

Termoterapia con ipertermia: utilizza il riscaldamento dei tessuti profondi insieme ad un dispositivo di raffreddamento sulla superficie della pelle per alleviare il dolore.

Terapia con onde d’urto extracorporee: ha dimostrato di ridurre il dolore fino a due anni, quindi risultano efficienti anche per ridurre il rischio di recidive.

La terapia riabilitativa in caso di tendinite rotulea

L’obiettivo della terapia riabilitativa è ridurre il dolore e l’infiammazione del tendine rotuleo, riottenere il giusto equilibro muscolare tra agonisti ed antagonisti e tra arto destro e sinistro, ed avere il giusto controllo propriocettivo.

Il fisioterapista svilupperà per il paziente un programma personalizzato e mirato di esercizi che potrebbe includere quanto segue:

• esercizio di allungamento;

• Esercizi isometrici, in cui l’angolo delle articolazioni e la lunghezza dei muscoli rimangono fissi durante le contrazioni (per non sollecitare il dolore).

• Esercizi eccentrici, che sono squat eseguiti su una tavola declinata con un angolo di 25 gradi. Uno studio ha scoperto che questo metodo di rafforzamento ha portato a un miglioramento negli atleti con tendinite rotulea che hanno continuato a giocare durante il trattamento.

• Esercizi di flessibilità per coscia e polpaccio.

Tendinite rotulea: quando ricorrere alla chirurgia?

Quando altri trattamenti non riescono ad alleviare il dolore o quando si verifica una lesione parziale o totale, il medico può consigliare un intervento chirurgico per riparare il tendine rotuleo.

La chirurgia tradizionale prevede l’apertura del ginocchio (incisione a cielo aperto) per raschiare la rotula e il tendine (Intervento di Stanish).

Più recentemente, per questa procedura viene utilizzata la chirurgia mini-invasiva artroscopica: ciò comporta solo quattro piccole incisioni nel ginocchio e ha un tempo di recupero più breve. Il tempo di recupero dall’intervento varia. Alcuni protocolli chirurgici consigliano l’immobilità in un tutore dopo l’operazione. Un’altra strategia per la guarigione suggerisce, al contrario, che un programma di esercizi di riabilitazione aggressivo e immediato conduca ad un recupero migliore. In questo protocollo, le persone sarebbero in grado di tornare ad attività di alto livello in un tempo da tre mesi ad un anno .

È IMPORTANTE ESEGUIRE SEMPRE UN GIUSTO TRATTAMENTO FISIOTERAPICO E RIABILITATIVO, INFATTI LA FILOSOFIA DI CURA DEL NOSTRO CENTRO È SUDDIVISA IN 5 FASI, DANDO PARTICOLARE ATTENZIONE ALLA PROGRESSIONE DEI CARICHI E RIDUCENDO AL MINIMO EVENTUALI RICADUTE.

FASE 1 – Riduzione del dolore e dell’infiammazione

Gli obiettivi di questa prima fase di lavoro sono la riduzione della sintomatologia dolorosa e del quadro infiammatorio instauratasi, nonchè la riduzione del gonfiore attraverso l’utilizzo di sofisticate tecnologie riabilitative come sistema super induttivo, tecarterapia, laserterapia ecc..

TRA LA FASE 1 E LA FASE 2 – Idrokinesi Terapia

Contemporaneamente alla Fase 1 e 2 è possibile effettuare sedute di IDROKINESI TERAPIA che risulta essere particolarmente efficace ai fini del recupero del movimento e della riduzione dell’ipomobilità (causata dalla sintomatologia dolorosa). Questa particolare metodica è basata sul movimento terapeutico in acqua, elemento che consente il rilassamento muscolare e il sollievo del dolore favorendo l’esecuzione dei movimenti e del corretto lavoro muscolare in assenza di gravità.

FASE 2 – Recupero dell’articolarità e della flessibilità

L’obiettivo è quello di raggiungere il completo range di movimento di un’articolazione o il ripristino di un movimento specifico in assenza di dolore.

TRA LA FASE 2 E LA FASE 3

Tra la Fase 2 e la Fase 3 della riabilitazione è consigliabile effettuare un trattamento Osteopatico ed iniziare un percorso di Riprogrammazione Posturologica per evitare qualsiasi incidenza di recidiva e qualsiasi alterazione posturologica.

FASE 3 – Recupero della forza e della resistenza muscolare

L’obiettivo del terzo step è il ripristino della forza muscolare e il recupero della resistenza del paziente attraverso un protocollo di lavoro personalizzato.

FASE 4 – Recupero della coordinazione

L’obiettivo di questa fase è il recupero della coordinazione e della completa percezione del corpo.

FASE 5 – Recupero della gestualità

L’obiettivo della quinta fase è, per la persona comune, il recupero delle normali gestualità della vita attiva, mentre per l’atleta il recupero del gesto tecnico sport specifico che dovrà essere eseguito con precisione.

Quali sono le potenziali complicazioni della tendinite rotulea o sindrome del ginocchio del saltatore?

Se l’infiammazione al tendine rotuleo non viene curata adeguatamente, il tendine sofferente con il tempo potrebbe degenerare anche in modo irreversibile fino a rottura, limitando in maniera sostanziale l’attività quotidiana, lavorativa e sportiva.

Ridurre l’attività o in alcuni casi interromperla, può risultare per un atleta molto difficile per le ripercussioni psicofisiche che ne conseguono. Per questo motivomolti sportivi tendono a sottovalutare il problema e a proseguire ininterrotamente le loro performance creando ulteriore infiammazione del tendine rotuleo, fino a dover sospendere dopo molto tempo causa eccessivo dolore e impossibilità a proseguire la propria attività professionale.

Nei casi estremi, per gli atleti professionisti la tendinite rotulea può mettere fine alla carriera, se non trattata.

Qual è la prospettiva di recupero in caso di tendinite rotulea?

Le prospettive di recupero per la tendinite rotulea variano a seconda della gravità. L’argomento è oggetto di ricerca in corso, perché è un evento veramente frequente per i corridori ed altri atleti.

Per alcuni sportivi, la condizione può essere cronica; per altri, la terapia consente il ritorno al normale funzionamento e allo sport, sia agonista che amatoriale.

Alcuni studi stimano che il recupero per lesioni lievi può essere di 3 settimane, mentre lesioni più gravi possono richiedere da 6 a 8 mesi o più.

Fattori importanti durante la fase di recupero sono:

• Seguire sempre il programma di riabilitazione e fare esercizio regolarmente;

• Riprendere gradualmente l’attività sportiva;

• Prestare attenzione al dolore e riposare se necessario;

• Utilizzare rimedi OTC e ghiaccio peralleggerire i sintomi residui.

Il paziente deve parlare con il Medico se ha dubbi sulla durata del recupero, per evitare cronicizzazioni della sindrome del ginocchio del saltatore.

 

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