LA CAVIGLIA E LA SUA ANATOMIA.
Il piede rappresenta la base di appoggio del corpo umano in stazione eretta ed è collegato all’arto inferiore grazie all’articolazione tibio-tarsica. Con il termine di caviglia, intendiamo, dal punto di vista anatomico, l’articolazione tibio-tarsica, che condiziona i movimenti della gamba in rapporto al piede. Tuttavia essa comprende anche altre articolazioni vicine, formanti così un’unica entità: il complesso articolare del retropiede, che permette di orientare la pianta del piede ed appoggiarla correttamente al suolo.
La caviglia quindi, comprende funzionalmente:
· l’estremità inferiore della tibia;
· l’estremità inferiore del perone (o fibula);
· l’astragalo;
· il calcagno;
· il cuboide e lo scafoide.
Le articolazioni che interessano il retropiede sono:
1) l’articolazione tibio-tarsica;
2) l’articolazione sottoastragalica;
3) l’articolazione mediotarsica.
L’articolazione tibio-fibulare distale è un’articolazione di tipo sinartrosi. La tibia presenta un’incisura detta incisura fibulare sul suo margine mediale in cui si incastra la faccia tuberosa della fibula. Le due ossa sono unite oltre che dalle membrana interossea anche da alcuni legamenti:
–Legamento tibio-fibulare anteriore (origina dalla faccia anteriore dell’epifisi distale della fibula per inserirsi sull’epifisi distale della tibia sempre sulla faccia anteriore);
-Legamento interosseo (è una dipendenza della membrana interossea e fa da tetto all’articolazione);
-Legamento tibio fibulare posteriore (va dalla faccia posteriore della fibula e dalla faccia mediale del malleolo laterale alla faccia posteriore della tibia).
Questa articolazione non consente grandi movimenti, ma contribuisce a formare una faccetta articolare inferiore detta mortaio per l’articolazione con le ossa del tarso.
L’articolazione tibio-tarica è detta anche talo-crurale in quanto viene a contatto con l’astragalo. La superficie articolare della tibia e della fibula ha una forma molto particolare, presenta infatti:
-il malleolo mediale,
-una prima concavità,
-una leggera prominenza,
-una seconda concavità,
-malleolo laterale.
Dalla parte dell’astragalo osserviamo una troclea che ha due faccette malleolari laterali per incastrarsi nel mortaio e presenta nella sua parte centrale una lieve incavatura per adattarsi alla struttura convessa della tibia.
Questa articolazione ha un profilo molto complesso e si può considerare come troclea, ma potrebbe anche essere considerata una condilo artrosi. I movimenti che essa permette sono di flesso estensione, ma a piede flesso è possibile una certa libertà di movimenti laterali, (vi è di conseguenza una difficoltà di classificazione).
La capsula articolare che congiunge il mortaio tibio-peroneale alla troclea astragalica, riveste completamente le superfici articolari e anteriormente ricopre una piccola superficie articolare distale della tibia e del collo dell’astragalo. E’ più robusta lateralmente e medialmente, più sottile nella sua parte anteriore e posteriore
. La stabilità di una articolazione importante come la tibio-tarsica dipende in gran parte dall’integrità dell’apparato legamentoso. Nella tibio-tarsica vi sono due sostegni legamentosi principali:
· apparato legamentoso mediale
· apparato legamentoso laterale.
I legamenti collaterali formano, da ciascun lato dell’articolazione, dei robusti ventagli fibrosi il cui apice è posto sul malleolo corrispondente e la parte periferica è fissata sulle due ossa posteriori del tarso.
L’apparato legamentoso mediale, si divide in due piani:
· piano superficiale: forma il legamento deltoideo. Origina in alto dal margine anteriore del malleolo tibiale, si apre a ventaglio e termina su una linea di inserzione che va dallo scafoide alla piccola apofisi calcaneare.
A seconda dell’inserzione inferiore si possono distinguere diversi fasci:
– Legamento tibio-scafoideo: è un largo fascio che nasce dalla faccia mediale del malleolo e termina sulla faccia dorsale e mediale dello scafoide.
– Legamento tibio-calcaneare: è la parte più superficiale del legamento deltoideo, costituito da un largo fascio che parte dalla faccia mediale del malleolo e termina alla piccola apofisi del calcagno, saltando l’astragalo.
· piano profondo:
– Legamento tibio-astragalico anteriore: è in parte nascosto dal legamento tibio calcaneare e tibio scafoideo; è un fascio breve e sottile che origina all’apice del malleolo e si fissa al collo dell’astragalo.
– Legamento tibio-astragalico posteriore: è un fascio largo e grosso, situato dietro il precedente, che nasce dietro l’apice del malleolo e termina dietro e sotto la faccia malleolare mediale della troclea astragalica.
L apparato legamentoso laterale’ costituito a sua volta da tre fasci ben distinti che dal malleolo peroneale si dirigono verso il tarso.
– Legamento peroneo astragalico anteriore (P .A.A.): è un fascio appiattito che, dal margine anteriore del malleolo laterale, si dirige obliquamente e medialmente sulla faccia laterale del collo dell’astragalo.
– Legamento peroneo calcaneare (P .C.): si pone tra il fascio anteriore e posteriore; ha la forma di un cordone fibroso appiattito che dal margine anteriore del malleolo scende obliquamente indietro e termina sulla faccia laterale del calcagno.
– Legamento peroneo astragalico posteriore (P.A.P.): è un fascio appiattito, più robusto di quello anteriore, che nasce dalla faccia interna del malleolo dietro la faccetta articolare. Si dirige orizzontalmente in dentro e indietro per fissarsi sul tubercolo postero esterno dell’astragalo.
L’articolazione sottoastragalica è un’artrodia. I suoi mezzi di fissità sono rappresentati da:
– legamento astragalo calcaneare posteriore
– legamento interosseo astragalo calcaneare
– legamento astragalo calcaneare anteriore
I muscoi motori della caviglia nei suoi movimenti di flessione dorsale e plantare, nella pronazione e nella supinazione sono:
FLESSIONE PLANTARE:
-muscolo gastrocnemio
-muscolo soleo
-muscolo tibiale posteriore
-muscolo peroniero lungo (assiste)
-muscolo peroniero breve(assiste)
-muscolo flessore lungo delle dita(debole)
-muscolo flessore lungo dell’alluce(debole)
-muscolo plantare(debole)
FLESSIONE DORSALE:
-muscolo tibiale anteriore
-muscolo estensore lungo delle dita
muscolo estensore lungo dell’alluce
SUPINAZIONE:
-muscolo tibiale anteriore
-muscolo tibiale posteriore
-muscolo flessore lungo delle dita
-muscolo flessore lungo dell’alluce
-muscolo estensore lungo dell’alluce
PRONAZIONE:
-muscolo peroniero lungo
-muscolo peroniero breve
-muscolo estensore lungo delle dita.
La grossa massa muscolare del polpaccio è composta dai muscoli gastrocnemio e soleo.
Insieme essi formano la struttura conosciuta come tricipite della sura, collegata al forte tendine calcaneale (tendine d’achille).
LE DIVERSE TIPOLOGIE DI DOLORE.
Sul complesso articolare caviglia-piede gravano patologie di diversa natura.
Il dolore acuto, escluse le lesioni traumatiche, è piuttosto raro. Più frequente è il dolore cronico e generalmente localizzato in una delle parti che formano il complesso caviglia-piede, più frequentemente l’avampiede, soprattutto nelle donne.
Nella caviglia dominano le distorsioni che si manifestano con dolore acuto, gonfiore ed ecchimosi a livello della faccia laterale (inversione), mentre il dolore cronico è in molti casi dovuto a patologie degenerative osteocartilaginee come l’artrosi o le artriti oppure tendinee dei muscoli peronei o del tibiale posteriore per citarne due esempi. Il dolore al reropiede è spesso espressione di patologie delle parti molli, come la fascite plantare o una disfunzione del muscolo tibiale posteriore.
LE PROBABILI CAUSE.
Il dolore alla caviglia si manifesta in modo diverso, può essere acuto, cronico, acuto cronicizzato, acuto recidivante. può essere accompagnato da limitazione funzionale e da gonfiore e infiammazione. Tra le problematiche alla caviglia citiamo le più frequenti:
· distorsioni di caviglia: grado 0, grado 1, grado 2, grado 3
· borsiti
· tendiniti
· lesioni capsulo-legamentose
· fratture ossee
· artrosi
· artriti
· tensioni muscolari del complesso della gamba
I POSSIBILI RIMEDI.
In generale in presenza di trauma (di bassa, media o grande entità) le tempistiche sono fondamentali. Spesso si tende a trascurare un dolore per svariate ragioni, finendo poi per aggravare la situazione. In caso di trauma bisogna intervenire il prima possibile.
Esistono due metodi di trattamento degli infortuni: il RICE e il MEAT.
RICE:
-REST: far riposare l’area intortunata;
-ICE: applicare ghiaccio sull’area interessata;
-Compression: comprimere l’area infortunata con specifiche bende o fasce contenitive;
-ELEVATION: tenere l’arto leso elevato in moda da favorire il drenaggio.
MEAT:
-MOVEMENT: movimento controllato e adeguato dell’area interessata senza oltrepassare la soglia del dolore (favorisce il flusso sanguigno, riduce le possibilità di formazione di tessuto cicatriziale);
-EXERCISE: iniziare immediatamente con la riabilitazione dell’area con attività a basso impatto;
-ANALGESICI: Utilizzo di farmaci specifici. Rivolgersi sempre al proprio medico;
-TREATMENT : trattare l’area con tecniche fisioterapiche strumentali,manuali etc..
In particolare quando si parla di caviglia, esclusa la presenza di lesioni ossee, negli ultimi anni la prima fase riabilitativa sembrerebbe essere molto più proficua nel limitare la quantità dei tempi di recupero aumentandone tuttavia la qualità a livello articolare, muscolare, circolatorio e nervoso. Nelle distorsioni di caviglia la mobilizzazione precoce determina una prognosi favorevole. Riduce la rigidità articolare, favorisce il riassorbimento dell’edema, stimola la riparazione dei tessuti, limitando le alterazioni neuromuscolari post traumatiche.